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Non verrà più costruito ad Ussana l’ospedale psichiatrico giudiziario: la giunta Soru revoca tutte le delibere precedenti

09.11.04 - comunicati stampa - anno 2004
Non verrà più costruita a Ussana la struttura per la cura e la custodia giudiziaria dei malati psichiatrici. Accogliendo la proposta avanzata dall’assessore alla Sanità Nerina Dirindin, la Giunta Soru ha revocato oggi tutte le delibere adottate dal precedente esecutivo regionale e ha deciso di costituire una commissione composta da operatori ed esperti che dovrà formulare proposte per la cura e riabilitazione di soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria.

“Si trattava di un vero e proprio manicomio giudiziario”, spiega l’assessore Nerina Dirindin, “progettato in contrasto con alcune recenti sentenze della Corte Costituzionale che prevedono, al posto del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario del sofferente mentale che abbia compiuto un reato, l’inserimento in una comunità psichiatrica caratterizzata da forme di terapia più intense e prive di custodia giudiziaria. Lo stesso Progetto Obiettivo Nazionale Tutela della salute mentale 1998-2000 rimarca come sia necessario superare il modello degli ospedali psichiatrici giudiziari. Ma l’aspetto più sconcertante è che per finanziare questa struttura la precedente Giunta aveva utilizzato fondi già destinati all’acquisto di un immobile da adibire a Casa Famiglia a Quartu Sant’Elena”.

La Giunta Soru ha revocato tre delibere che finanziavano la Asl 8 per complessivi quattro milioni e mezzo di euro e ha revocato la delibera che approvava il protocollo di intesa tra il Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione Sardegna per l’assistenza sanitaria a soggetti affetti da patologie psichiatriche e sottoposti a misure di sicurezza.

La vicenda prende il via il 16 luglio del 2003. La Giunta di centrodestra approva un finanziamento di un milione 865 mila euro a favore della Asl 8 per il completamento delle opere di edilizia, impiantistica e arredi relativi alla Casa famiglia situata a Capoterra (in località Genn’e Murdegu), prevedendone però la destinazione a una struttura per la cura e custodia giudiziaria dei malati psichiatrici.

Sempre il 16 luglio 2003 la Giunta destina un ulteriore finanziamento pari a 1 milione 634 mila euro per la ristrutturazione e l’ampliamento della stessa struttura, con fondi originariamente destinati all’acquisto di un immobile da adibire a Casa famiglia nel Comune di Quartu Sant’Elena. Contestualmente, la Giunta approva il Protocollo di intesa tra il Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione per l’assistenza sanitaria a soggetti affetti da patologie psichiatriche e sottoposti a misure di sicurezza.

Ma il 14 aprile 2004 il Direttore generale dell’Azienda Usl 8 comunica l’indisponibilità del Comune di Capoterra ad ospitare la struttura per la custodia giudiziaria dei malati psichiatrici e riferisce della disponibilità, invece, del Comune di Ussana. Nella stessa nota il Direttore generale evidenzia la necessità di uno stanziamento aggiuntivo, rispetto ai tre milioni e mezzo di euro già concessi, di un milione di euro per la realizzazione delle opere di edilizia, di impiantistica e di arredi.

Il finanziamento aggiuntivo viene deliberato dalla Giunta il 27 maggio 2004, contestualmente alla modifica di localizzazione della struttura psichiatrica dal territorio del Comune di Capoterra al territorio del Comune di Ussana.

Il protocollo d’intesa fra la Regione con il Ministero di Grazia e Giustizia è stato invece sottoscritto dal Direttore generale facente funzioni dell’assessorato regionale alla Sanità il 30 giugno 2004, appena cinque giorni prima della nomina dell’attuale assessore.

Oggi è arrivata la delibera che revoca ogni decisione assunta in precedenza. Attualmente gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari presenti in Italia sono sei: Reggio Emilia, Castiglione delle Stiviere (femminile), Montelupo Fiorentino, Napoli, Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto. La Magistratura, in collaborazione con i servizi psichiatrici competenti per territorio, tende a privilegiare l’aspetto riabilitativo rispetto alla misura carceraria, evitando per quanto possibile l’invio in OPG e privilegiando forme di cura e custodia alternative.

Ciò ha determinato una netta diminuzione della popolazione ricoverata: gli OPG accolgono attualmente una popolazione di poco più di 1.250 persone (di cui circa 80 donne) con un incremento in questi ultimi anni (nel 1998 erano 977); sul finire degli anni Ottanta erano 1.600 i soggetti ricoverati, più di 2000 negli anni Settanta.

“I pazienti nati in Sardegna e ricoverati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono 74”, conclude l’assessore, “ma a loro vanno garantite cure in strutture che siano una vera risposta al disagio mentale e non nuove carceri mascherate da presiedi sanitari“.