Storia e tradizioni
Il territorio di Sarroch fu abitato fin dal periodo nuragico, come conferma il rinvenimento di insediamenti risalenti a quel periodo (Motti, De is baccas, sa Domu 'e s'orcu).
Nel Medioevo il centro faceva parte del giudicato di Cagliari, ed era compreso nella curatoria di Nora. Successivamente Sarroch passò nelle mani della famiglia pisana dei Donoratico della Gherardesca, ai quali si sostituirono successivamente gli Aragonesi (1324); questi ultimi nel 1355 lo concessero in feudo a Francesco Roig.
Il centro abitato, popolato fino al XV secolo, fu progressivamente abbandonato a causa delle frequenti incursioni dei barbari provenienti dal mare; solo nel corso del '600 il borgo fu ricostruito lontano dalla costa, in una zona più sicura.
Lungo la costa, tra il XVI e il XVII secolo, vennero innalzate tre torri di avvistamento (Antigori, Diavolo e Zavorra), utilizzate in seguito anche dai Sabaudi.
Il nome del paese ha un'etimologia ancora incerta, anche perchè nei documenti storici di cui si dispone, l'indicazione è sempre diversa: Sarroc, Saroc, Saroch, San Roco, San Rocho.
Una delle tesi più suggestive è quella formulata nell'800 dal canonico Giovanni Spano, studioso delle tradizioni sarde: scrisse che il nome poteva derivare dalla parola fenicia ''Sharak'' che significa ''grappolo d'uva''. Questa ipotesi tuttavia non ha fondamento dal momento che a quei tempi gran parte della Sardegna aveva terreni adatti alla viticoltura e di conseguenza le località chiamate con questo nome sarebbero dovute essere più di una.
Tradizioni
La principale manifestazione religiosa è la festa dedicata alla patrona del paese, Santa Vittoria. Durante i festeggiamenti, che si tengono la terza domenica di settembre, si svolgono accanto alle celebrazioni religiose, manifestazioni sportive e culturali.
Per quanto riguarda le tradizioni enogastronomiche, la cucina locale è caratterizzata da piatti a base di pesce e carne; altrettanto prelibati sono i dolci di mandorle e i vini nuragus e monica.
Nel Medioevo il centro faceva parte del giudicato di Cagliari, ed era compreso nella curatoria di Nora. Successivamente Sarroch passò nelle mani della famiglia pisana dei Donoratico della Gherardesca, ai quali si sostituirono successivamente gli Aragonesi (1324); questi ultimi nel 1355 lo concessero in feudo a Francesco Roig.
Il centro abitato, popolato fino al XV secolo, fu progressivamente abbandonato a causa delle frequenti incursioni dei barbari provenienti dal mare; solo nel corso del '600 il borgo fu ricostruito lontano dalla costa, in una zona più sicura.
Lungo la costa, tra il XVI e il XVII secolo, vennero innalzate tre torri di avvistamento (Antigori, Diavolo e Zavorra), utilizzate in seguito anche dai Sabaudi.
Il nome del paese ha un'etimologia ancora incerta, anche perchè nei documenti storici di cui si dispone, l'indicazione è sempre diversa: Sarroc, Saroc, Saroch, San Roco, San Rocho.
Una delle tesi più suggestive è quella formulata nell'800 dal canonico Giovanni Spano, studioso delle tradizioni sarde: scrisse che il nome poteva derivare dalla parola fenicia ''Sharak'' che significa ''grappolo d'uva''. Questa ipotesi tuttavia non ha fondamento dal momento che a quei tempi gran parte della Sardegna aveva terreni adatti alla viticoltura e di conseguenza le località chiamate con questo nome sarebbero dovute essere più di una.
Tradizioni
La principale manifestazione religiosa è la festa dedicata alla patrona del paese, Santa Vittoria. Durante i festeggiamenti, che si tengono la terza domenica di settembre, si svolgono accanto alle celebrazioni religiose, manifestazioni sportive e culturali.
Per quanto riguarda le tradizioni enogastronomiche, la cucina locale è caratterizzata da piatti a base di pesce e carne; altrettanto prelibati sono i dolci di mandorle e i vini nuragus e monica.