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Storia e tradizioni

Le testimonianze più antiche sono state rinvenute nella grotta sepolcrale di "Corongiu Acca", e sono risalenti al neolitico antico. La massiccia presenza in epoca nuragica è testimoniata dal rinvenimento nel territorio di Villamassargia di circa trenta nuraghi, all'interno dei quali sono stati ritrovati oggetti in bronzo, armi e statuine votive. Esistono inoltre i resti di alcuni pozzi sacri che testimoniano l'adorazione che l'antico popolo aveva per l'acqua. In uno di essi è stata ritrovata una statuetta della Dea Madre.

Tracce dell'epoca romana sono i resti di un acquedotto rinvenuto in località "Caput Acquas", e quelli di fonderie, che testimoniano che l’estrazione mineraria era praticata fin da questo periodo.
Anche il nome di Villamassargia è chiaramente di origine romana: deriva dalle parole latine Villa e Massaria, che indicano rispettivamente l'abitato e i terreni circostanti.

Intorno al 1000 d.C. Villamassargia diventò un centro di importanza strategica, grazie alla sua ubicazione geografica che lo portava ad essere un fondamentale punto di passaggio nei percorsi che dal Campidano portavano alla città di Iglesias.

In epoca medioevale Villamassargia diventa capoluogo della Curatoria del Cixerri, sotto la protezione del Castello di Gioiosa Guardia, eretto sulla cima di un colle vulcanico e dotato di una cinta muraria.
In quest’epoca il borgo conobbe il suo massimo splendore: era infatti il centro agricolo più importante del Sulcis grazie alla fertilità dei suoi terreni attraversati dal fiume Cixerri; nel 1300 era addiritura il centro più popoloso del Sulcis con numerosi paesi sotto la sua giurisdizione.

Nel 1289 Villamassargia, con tutto il suo patrimonio, passò in mano ai Pisani. Nel 1325 il borgo ed il suo castello vennero conquistati dai Catalano-Aragonesi; nel 1510 il Re Ferdinando ricevette da Ludovica di Bellit mille ducati d'oro in cambio del feudo di Gioiosa Guardia. Nel 1780 Villamassargia finì sotto il dominio dei Bon Crespi di Valdaura.

Il paese nel 1858 aveva un vicario e due viceparroci, un medico chirurgo, un flebotomo (incideva le vene per i salassi), due ostetriche. Disponeva inoltre di un guardia boschi e del servizio postale a giorni alterni. Nel 1858 Villamassargia aveva inoltre una stazione di carabinieri composta da 5 uomini a piedi.

Tradizioni
Gli aspetti culturali e di tradizione propri del territorio di Villamassargia sono caratterizzati da aspetti religiosi e popolari.

Tra fine maggio e l'inizio di giugno si svolge la manifestazione di "Sa tundimenta", una sagra legata alle attività di tosatura delle pecore. La manifestazione prevede una gara di tosatura e delle dimostrazioni delle fasi di mungitura e di preparazione del formaggio e della ricotta.

L'ultima domenica di giugno è dedicata alla festa di Sant'Isidoro, in onore del Santo protettore degli agricoltori. La festa, originaria della tradizione spagnola ha luogo nella chiesetta campestre di Monte Cadelano.

Durante la prima settimana di agosto hanno luogo i festeggiamenti in onore della Madonna della Neve; il corteo in onore della Santa Patrona del paese si svolge con la partecipazione dei gruppi folk della zona, delle "traccas" e di figuranti in costume sardo. Alla fine della processione è previsto uno spettacolo pirotecnico.

Nella seconda domenica di ottobre si svolge la festa della Madonna del Pilar, il cui culto, quasi unico in Sardegna, ha origine nei riti che si svolgevano durante la dominazione spagnola. I festeggiamenti prevedono una serie di funzioni religiose seguite da una solenne processione della Santa. Per questa antichissima festa era tradizione accendere un grande fuoco, realizzato portando la legna dalla campagna circostante e da S'Ortu Mannu.

Villamassargia fa parte dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, e durante l'ultima settimana di ottobre è prevista la Sagra delle olive, manifestazione che ha luogo presso l'Uliveto Storico, e che è caratterizzata da degustazioni di pane, olio novello e prodotti tipici.
Villamassargia è famosa anche per la produzione tradizionale di manufatti tessili; numerosi sono i laboratori artigianali, nei quali vengono realizzati, con gli stessi metodi usati una volta, tappeti, arazzi, copriletto, asciugamani e cuscini.

I prodotti tipici della cucina locale sono agnelli, porchetti, amaretti, pardulas, e vini pregiati come monica e nuragus.